“Sentirai parlare di me quando sarò morto”, il testamento del terrorista

a cura di: Ilaria D’Amato, Chiara Allocca, Rosy Aliperti, Dalila Prisco, Martina Manfredi, Fabrizio dell’Acqua, Angelo Franzese, Pasquale Mellone, Marco De Simone, Simone Bianco, Raffaella Morelli, Davide Tarantino.

 

 

Audrey Hale, 28 anni, ex studente della scuola elementare cristiana di Nashville capitale del Tennessee, è il protagonista della strage che ha come vittime sei persone. La scena è ripresa dalla body camera di un poliziotto, che immortala gli ultimi istanti di vita del giovane. 

 

 

L’assalitore anticipa l’irruzione nell’edificio con un messaggio inviato alle 9:57 all’amica ed ex compagna di Basket Averianna Patton: «Ho deciso di morire oggi, questo post è come un biglietto di suicidio. Probabilmente sentirai parlare di me nei notiziari dopo che sarò morto… Ti voglio bene. Ci vedremo in un’altra vita… Tutto questo un giorno avrà più senso, ho lasciato dietro di me prove sufficienti».

La ragazza preoccupata contatta da subito il numero di emergenza, ma i soccorsi non sono riusciti a fermare la terribile vicenda. 16 minuti dopo vengono avvertiti i primi spari e ne dovranno trascorrere altri 14 per l’arrivo dei soccorsi.

Gli agenti controllano aula per aula e trovano il giovane al primo piano dell’edificio pronto a morire.

 

Le vittime sono 6 tra cui 2 bambini dell’età di 9 anni, l’altro di 8 ma presto avrebbe raggiunto l’età dei compagni. Tra i tre adulti il dirigente scolastico, il custode e un professore.

 

Dopo l’accaduto gli studenti sono stati scortati mano nella mano fuori dalla scuola.

 

Il tutto era stato organizzato meticolosamente con precisione militare. In precedenza erano state acquistate 7 armi in 5 negozi diversi delle quali soltanto due in maniera legale. 

Per studiare l’azione gli spazi erano stati illustrati su mappe che, come commenta un agente, ricordano la struttura di un fumetto; riconoscibile è l’attenzione dell’artefice nell’elaborazione dei disegni, riconducibile alla laurea in graphic design, oltre a rappresentare gli spazi ritroviamo illustrati anche i vestiti da indossare e le armi. Con sé aveva colpi per un paio di fucili e una pistola.

 

 I dettagli tecnici abbondano ma le motivazioni non sono ancora chiare; alcuni riconoscono un risentimento verso gli insegnanti, formatori dei problemi che lo hanno portato in cura da un medico per disturbi emotivi. Il gesto potrebbe trovare risposta anche nei difficili rapporti con la famiglia, la quale non riusciva ad accettare l’identità di genere del figlio transgender, che l’avrebbero portato più volte a tentare il suicidio. Come documentano i genitori Audrey era stato sorpreso in passato in possesso di una pistola. Gli ex studenti e compagni lo descrivono nel periodo della loro frequentazione come una persona dolce, sensibile e riservata secondo alcuni a volte “un po’ troppo silenziosa”.

 

Audrey, come documentano i familiari, aveva mostrato interesse nel colpire membri della famiglia o un centro commerciale, entrambe successivamente scartate. La scuola risultava invece il luogo ideale per la conoscenza che aveva della struttura e la misera difesa degli ingressi. 

 

 

 

 

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