I tribunali italiani sminuiscono le molestie sessuali.

Quando scusarsi basta per ridurre la pena


Tra i fenomeni in costante aumento nel nostro paese ritroviamo le molestie e la violenza sessuale. È importante distinguere le prime, che implicano aggressioni verbali a sfondo sessuale, dalle seconde, che comportano soprattutto un contatto fisico

e costituiscono un vero e proprio reato.si parla in entrambi i casi di violazioni di libertà per le quali le donne hanno sempre lottato e di cui sono spesso state private nel corso del tempo. I tempi moderni sembrano purtroppo non essere sempre sinonimi di

sviluppo e/o miglioramento delle condizioni di vita. Infatti dai dati riportati dal sito Insic.it ricaviamo che il 70% delle donne cerca aiuto nei centri di anti violenza dopo averle subito per anni. solo il 22% delle donne raggiunge gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza. Seppur bassa, la percentuale di donne che ritirano le proprie accuse corrisponde al 10%. Le ragioni per cui le donne ritirano le denunce sono principalmente due: la paura delle minacce da parte del molestatore e quindi delle eventuali conseguenze. Un’altra delle ragioni riguarda l'inefficienza del sistema giudiziario italiano per quanto concerne i processi sulle molestie sessuali.
 

Le notizie di incompetenza che hanno come protagonisti i tribunali italiani sono all’ordine del giorno.

Recentemente la corte d’appello dell’aquila ha concesso uno sconto di pena a un infermiere di 67 anni, che aveva molestato una donna ricoverata in psichiatria, dopo essersi scusato nei confronti della vittima. Il procuratore generale sostiene che la

libertà sessuale non sia stata compromessa in modo grave, in quando la vittima non ha riscontrato gravi ferite.

Nel 2011 l’uomo era stato condannato dal tribunale di Lanciano, successivamente il 18 gennaio 2022 la pena gli è stata ridotta.

É quindi evidente quanto i tribunali italiani, oggi come diversi decenni fa, sottovalutino le molestie sessuali e tutto ciò che ne deriva.
 

Alla base di tale problema c’è inevitabilmente una mentalità chiusa e retrograda, a causa della quale troppe vittime hanno patito violenze certamente evitabili. Si sente dunque la necessità di cambiare, la necessità di vivere in uno Stato in grado di difendere i diritti e punire chi li viola. Ma soprattutto, si sente la necessità di trascorrere serenamente la propria vita senza sentirsi colpevoli di essere donna, e, più in particolare, un essere umano.

 

A Cura di

Annapaola Pellecchia

Luisa Cozzolino

Antonia Mele

Laura Formisano

Martina Scala

Chiara Pelliccia

Alessandra Nasti

Alyssa Danese

Giulia Rocco

Siria Parnoffo

Francesca Tonelli

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