CRISPR, L’ELISIR DELLA LONGEVITÀ DEL XXI SECOLO

a cura di Cascella Matteo, Coppola Riccardo, Sommese Rosamaria, Liccardo Mariateresa, La Marca Valeria, Barra Emilio, Caliendo Giovanna, Tuorto Marialuisa.

 

Se è possibile “editare” il proprio figlio per renderlo immune a certi disturbi, perché non decidere sui canoni della bellezza o dell’intelligenza?

 

Ad oggi, le neonate tecniche geniche sono confinate al produrre bestiame particolarmente resistente alle malattie, primati geneticamente identici o pesci fluorescenti, ma è previsto che entro i prossimi decenni le stesse saranno così evolute che sorgeranno dilemmi morali riguardo il loro utilizzo per la produzione di progenie virtualmente perfette.

Nell’ambito della Regione Campania, la fondazione Telethon sta utilizzando le nuove tecnologie per trattare clinicamente pazienti affetti da anemia falciforme: in questi ultimi, le lettere del DNA disposte in modo errato provocano una conformazione a falce nei globuli rossi del sangue, impedendone il flusso fisiologico nei capillari più stretti.

Estraendo le cellule con il processo ex vivo, essendo la disponibilità di sangue immediata, è possibile non solo studiare la malattia, ma correggerla a monte dando sollievo al paziente.

Tuttavia, non senza controversie: l’opinione pubblica è a tutt’oggi scettica sull’utilizzo quotidiano di materiali geneticamente modificati, per paura dell’ignoto più che fondandosi su basi scientifiche.

È giusto chiedersi, però, quanto sia etico modificare organismi quali gli esseri umani, addirittura prima della stessa nascita: nel 2015 un medico cinese, He Jiankui, è riuscito con successo a modificare il DNA di due embrioni gemelli per renderli immuni all’HIV, procurandosi una condanna a tre anni di reclusione dal tribunale di Shenzhen.

La scoperta dei premi Nobel Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudne apre le frontiere a nuovi orizzonti precedentemente utopici.

 

Marzo 2011: la biochimica francese Emmanuelle Charpentier e la collega statunitense Jennifer Doudna collaborano ad un progetto per la comprensione dei meccanismi di CRISPR (Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats), un archivio di informazioni genetiche in sequenza capaci di riassemblare DNA, controllando le funzionalità dell’intero organismo preso in considerazione.

A dire il vero, le sequenze erano già note nel 1987 a Yoshizumi Ishino, biologo molecolare giapponese, tuttavia la loro funzione era ancora sconosciuta.

Il DNA, o acido desossiribonucleico, base operativa e sede di controllo di ogni organismo, codifica per le proteine che decideranno le sorti dello stesso (occhi blu, corna, squame, pinne…).

Quella di CRISPR è una scoperta rivoluzionaria: modificando la sequenza costitutiva degli acidi nucleici, è possibile correggere eventuali difetti tramutati in malattie o addirittura prevenirli.

La biochimica d’oltreoceano, studiando i batteri dello yogurt, si è imbattuta nell’enzima CAS9 (proteina “forbice” prodotta dal CRISPR) capace di tagliare miratamente DNA e ricostituirlo secondo istruzioni precise, apportando un’innovazione senza precedenti all’ingegneria genetica, la scienza centenaria della ricombinazione di materiale genico.

Da Mendel a Fleming a Sinoussi, l’uomo ha sempre provato a modificare organismi per il benessere comune: cos’è cambiato, quindi?

Il primo utilizzo commerciale della ricombinazione genica portò alla creazione di organismi geneticamente modificati (OGM) nel 1994: un pomodoro contenente enzimi capaci di combatterne la marcitura e garantirne la longevità. 

È intuibile quanto i possibili utilizzi di tale meccanismo siano smisurati, come nella lotta contro l’invecchiamento, o ancora, contro il male del secolo, il cancro: in un futuro non troppo chimerico né lontano, la seconda causa principale di decessi nel ventunesimo secolo potrebbe essere solo uno spauracchio del passato, con l’evoluzione e la comprensione dei processi implicati nel cosiddetto “elisir della longevità”.

 

Vuoi ricevere novità e aggiornamenti?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.